Quando nel marketing si parla di naming si intende l’arte di dare il nome al tuo brand. Scopri cos’è e scegliere il nome perfetto per il tuo brand!
Sei in questa situazione: davanti a te hai due auto da corsa dalle prestazioni praticamente uguali. Una macchina di fascia media, scattante e maneggevole, è sempre stata il tuo sogno, e dopo aver spulciato innumerevoli numeri di Quattroruote sei pronto a fare la tua scelta. A sinistra hai una Rossi Sport, a destra una GTx mod. 52. Quale scegli?
È vero, è una domanda trabocchetto. Ma faccio una scommessa, molto probabilmente sceglieresti la GTx. Vediamo perché: o sei un giovane imprenditore in cerca di professionisti del marketing e vuole farsi un’idea di come lavoriamo, o sei uno studente di comunicazione con un esame a breve. Se sei un imprenditore, magari con una macchina tua, sai bene che una seconda automobile non ha bisogno di comfort e di un bagagliaio grande per i lunghi viaggi in famiglia, ma di velocità. Perché so tutto questo? Perché ho ragionato in termini di marketing, di numeri, di clienti. E soprattutto, in termini di sentimenti e sensazioni, quelli che vengono trasmessi proprio dal nome del brand. Ma arriviamo al punto: adesso è giusto spiegarti, per davvero, cos’è il naming e come scegliere il nome giusto del tuo brand. Con intelligenza e, perché no, anche astuzia.
L’importanza di chiamarsi Ernesto: cos’è il naming e come si comincia
Il naming, o branding, è quella parte del marketing che si occupa di dare un nome alle aziende, ai loro prodotti o entrambe le cose. Detto così sembra facile, ma farlo senza uno schema ti porterà, in men che non si dica, a pensare “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Ogni azienda ha bisogno di un nome, ma facciamo un passo indietro: cos’è di preciso un nome? A cosa serve? Perché sentiamo il bisogno di “chiamare” qualcosa o qualcuno? Queste domande non hanno ancora una risposta, ma sai benissimo che un nome non è solo un insieme di lettere, è qualcosa di più profondo, qualcosa che evoca un’ emozione, esattamente come una storia.
E allora, che nome deve avere la tua azienda? Ecco che entra in gioco l’arte del naming.
Brand identity: sezioniamo il mercato
La prima cosa che facciamo quando pensiamo al nuovo nome di un’azienda è ricostruire l’intera brand identity del marchio. Per scegliere un nome calzante e che convinca i possibili clienti a colpo d’occhio abbiamo bisogno di conoscere la storia, la mission e la vision, gli obiettivi e l’immagine che l’azienda vuole dare al pubblico. Indispensabile poi osservare il target e conoscere le sue abitudini e le sue preferenze! Un’azienda che produce giochi per adolescenti deve avere un nome diverso da una casa produttrice di chiodi e bulloni. Ovvio no? Ma non basta. è anche opportuno tenere d’occhio la concorrenza, perché lo scopo del naming è far risaltare il brand agli occhi del cliente, senza confonderlo. Diciamo che non compreresti mai un PC da un’azienda che si chiama “Pentol&co”, no?
Penna in mano, si passa al brainstorming
Questa può essere o la tua parte preferita o quella che odi di più: non c’è via di mezzo. Dopo aver delineato la brand identity e il target di riferimento, bisogna passare all’azione! Questo è il momento in cui bisogna aprire la mente e dar sfogo a tutta la propria creatività. L’importante è concentrarsi sempre sull’immagine che si vuole trasmettere al pubblico: da questo presupposto ci si può sbizzarrire e lasciare correre tutte le associazioni mentali. Immagina di cercare un nome per la vettura sportiva della casa automobilistica Rossi, un’azienda che punta a un pubblico over 50 che ricerca affidabilità e maneggevolezza. Sport, Veloce, Agile, Gazzella, Fast, Fulmine, Lightning, Bolt, Scatto, Leopardo, Lepre… tutto è lecito, purché rimandi alle prestazioni, alla velocità e alla manovrabilità.
La fase di rifinitura: ci avviciniamo al nome finale
Dopo aver buttato giù le prime idee, bisogna scremare quelle meno entusiasmanti, troppo complesse e anche quelle troppo lontane dal target. Per farlo devi sapere quali sono le caratteristiche tecniche che accomunano i migliori nomi. Prima di tutto, un buon nome è breve, così è più facile da ricordare, pronunciare e scrivere. In più aiuta anche nella creazione di grafiche, perché un nome breve è più versatile, e anche nella SEO, perché un URL più breve è più maneggevole. Il nome deve anche essere eufonico e profondo: quindi deve essere bello da sentire, ma deve anche trasmettere il punto chiave principale del brand. Infine è importante che si distingua dagli altri nomi, per evitare confusione e per risaltare nella mente dei clienti.
In questo caso possiamo già escludere alcune delle parole scelte nel brainstorming, come Lightning, Scatto, Leopardo e Lepre.
Il nome del tuo brand lo sentirai ogni giorno
Le proposte finali, si lavora di scalpello
I latini lo chiamavano labor limae, letteralmente “lavoro di lima”, e indicava la fase finale della scrittura delle poesie, quella che avrebbe concluso il lavoro. È ora che si selezionano i nomi più in linea con la brand identity, si scelgono i Paesi su cui si vuole puntare, e si cercano le possibili ramificazioni e versioni che il prodotto può acquistare in futuro.
I nomi più interessanti sono Sport, Gazzella, Bolt e Fulmine. Veloce e Agile sono già state utilizzati da altre case automobilistiche, Fast e Scatto sono troppo confusionari. Quindi adesso abbiamo un cesto di 4 nomi che possiamo utilizzare e su cui riflettere. E ora? Si torna a quello che il naming vuole trasmettere con intelligenza: l’immagine.
- Prova a pensare che cosa ti trasmette ciascuna di queste parole. Sport ti dà l’idea di gara, di velocità, ma anche di affidabilità e di costanza. In più la parola Sport è già associata agli allestimenti tradizionalmente più audaci delle automobili, ed è anche facile da pronunciare sia in Italia che nel mondo.
- Gazzella, invece, evoca subito l’immagine di deserti africani e agili animali in fuga, capaci di sfuggire ai predatori grazie alla loro velocità fulminea. C’è solo un problema: è un nome molto difficile da pronunciare dagli anglofoni!
- Bolt è un’idea interessante, ma forse è fin troppo breve per il mercato italiano. Nella nostra lingua le parole monosillaba sono poche, e sono già presenti dei competitor di mobilità sul mercato. Una scelta azzardata per il mercato d’origine della casa automobilistica Rossi.
- Fulmine trasmette rapidità, ma soffre dello stesso problema di Gazzella: è molto difficile da pronunciare all’estero. Si potrebbe pensare a un branding diverso a seconda della lingua, come fanno molti produttori di automobili, ma dipende tutto dal committente.
Il vincitore? Secondo il nostro caso studio inventato è Rossi Sport, ma nulla ti vieta di sceglierne un altro o ricominciare il processo da zero: il nome è il primo approccio che i clienti hanno con il tuo brand, quindi assicurati di sceglierlo bene!
Il nome è pronto: come usarlo per far volare il tuo brand
Adesso che sai cos’è il naming e come scegliere il nome del tuo brand la domanda può sorgerti spontanea: che me ne faccio ora?
In effetti non basta mettere il proprio nome nuovo di zecca su depliant e sito web per farlo fruttare. Il nome è solo l’inizio del tuo viaggio di branding o rebranding, e ne rimarrà il pilastro insieme al logo e alla tua brand identity. Per farlo davvero volare devi farlo girare sia online che offline, imprimerlo nella memoria dei tuoi clienti fidati e farlo entrare sgomitando nella nicchia che hai scelto. È così che hanno cominciato i grandissimi marchi che adesso evocano in noi delle emozioni ben specifiche al solo sentirne il nome: Nike, Microsoft, Playstation.
Le idee per far circolare il tuo nuovo nome non sono semplici, e ci sono varie strategie che possono essere applicate sia online che offline. Tutto però dipende dalle tue priorità, dalle tue inclinazioni e dal segmento di mercato che vuoi prendere in considerazione. Il marketing non è una scienza, ma un’arte, perché nonostante si basi sui numeri è la loro corretta interpretazione che ti permette di elaborare la tattica giusta per arrivare al cuore dei tuoi clienti.
Tutto questo processo solo per creare un nome ti spaventa? Non preoccuparti, lo ammetto: questa è una delle parti più difficili, perché iniziare è sempre complesso. Esattamente come un tema di italiano o un libro, scrivere l’inizio di una qualunque storia richiede tantissimo impegno e dedizione, ma poi cominci a divertirti e a raccogliere tutto l’impegno che hai seminato!
Ricorda che il nome è il primo impatto che i tuoi clienti hanno con il tuo brand, è l’insieme di lettere che identifica la tua azienda ed è il suono che sentirai centinaia di volte al giorno. Perché dovresti sceglierne uno che non ti piace?