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Salute mentale: questione di comunicazione

Salute mentale: si stava meglio quando si stava peggio? Oggi è la giornata mondiale per la sanità mentale. Un’occasione per fermarsi a pensare quanto sia importate prendersi cura non solo del benessere esteriore, ma anche di quello interiore. E se fosse proprio l’aspetto esteriore a causare dei disagi psicologici e mentali?

Le immagini che siamo abituati a vedere online spesso portano ad avere una distorsione elevata di come si è realmente. Più magra, più brava, più atletica, più simile a quelle immagini che scorrendo Instagram o TikTok siamo abituati a vedere. Argomenti che sono stati al centro del film Barbie, con la Mattel che ha cercato di fare marcia indietro rispetto ai concetti perpetuati per anni con “Barbie stereotipo”.

Il trend della bellezza autentica

Una delle aziende che ha sempre alzato la voce a sostegno della bellezza autentica, combattendo ogni tipo di stereotipo è la Dove. La campagna di quest’anno è stata intitolata “Il costo della bellezza: una storia vera”. L’azienda cerca di raccontare quanto la presenza dei giovani online sia un argomento da trattare con serietà e come possa cambiare e influenzare le giovani menti. Online dall’età di 12 anni, in cura per 7 per diverse patologie, in guarigione a 19 anni. È questa la breve storia raccontata da Mary.
Una teoria che viene riportato da Vivek Murthy , General surgeon nonché capo esecutivo dello United States Public Health Service Commissioned Corps che ha affermato che adolescenti che utilizzano
per più di tre ore al giorno hanno il doppio del rischio di sviluppare depressione e ansia.

Bisogna però non fare “di tutta un erba un fascio” i social sono croce e delizia di ognuno di noi, compresi i giovanissimi.

Uno bravo per la tua salute mentale

Tra i profili più seguiti sui social sta spopolando “Uno bravo”. Un gioco di parole geniale che, mette a disposizione gli utenti un servizio di psicologia e psicoterapia, giocando sullo stereotipo “ ti serve uno bravo” per curarti. In questi giorni sta cercando di sensibilizzare sul fatto che non sono i pensieri ad essere sbagliati, magari si ha solo bisogno di persone competenti con cui parlare. È anche questo però il grande potere dei social network: avvicinare, unire e informare le persone senza.

Il lavoro di sensibilizzazione sui temi della salute mentale è ed è stato fondamentale per togliere stigmi. Complici campagne di comunicazione, serie tv seguite dai giovanissimi ma anche presenze sui social che spingono i ragazzi e le ragazze a comprendere che siamo tutti diversi, ognuno con necessità differenti.

In passato la salute mentale era un tabù: fino a qualche tempo fa pensando a una persona con problemi mentali ci si immaginava un uomo o una donna che urlava, che sentiva le voci. Una narrazione piena di pregiudizi e spettacolarizzazioni con il concetto complice del non essere “abbastanza forte” per superare determinate fasi della vita. Ma non è e non è così. Dobbiamo allontanarci dal concetto di “ stare bene a tutti i costi”, di fingere che vada tutto bene. Alzare la voce e parlarne, abbandonando preconcetti e falsi pregiudizi. La vera domanda sorge spontanea: si stava davvero meglio quando si stava peggio o forse non avevamo il coraggio di parlarne?

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