Con oltre 8 miliardi di persone su questo pianeta, il marketing inclusivo non è solo utile ma necessario. Ora che si avvicina il Mese del Pride, è importante riflettere su come l’inclusività e la diversità possano avere un impatto significativo sul mondo che ci circonda.
La comunicazione ci permette di condividere idee, esprimere ideali e cambiare il mondo. La diplomazia, la letteratura e il marketing aiutano a spianare la strada per l’umanità, quindi usare il linguaggio in modo consapevole è una responsabilità importante.
I brand che canalizzano il marketing inclusivo spesso ottengono grandi ricompense, poiché sono in grado di raggiungere una fetta più ampia della popolazione. Secondo le ricerche, le campagne inclusive possono portare ad un aumento della condivisione sui social media e al passaparola positivo. Tuttavia, tali campagne non sarebbero possibili senza l’uso di un linguaggio inclusivo.
Linguaggio inclusivo
In quanto esperti di comunicazione aziendale e politica, siamo ben consapevoli del potere del linguaggio e, naturalmente, della responsabilità che ne deriva. Alcuni possono ridere e scuotere la testa all’idea che il linguaggio abbia un impatto reale sulla vita quotidiana, ma questa è semplicemente la verità.
Le parole possono ferire profondamente, quindi usare certe parole in senso dispregiativo può avere conseguenze gravi. I commenti e gli insulti omofobi sono fin troppo comuni nelle scuole secondarie di tutto il mondo. Sebbene le persone stiano diventando più accoglienti nei confronti della comunità LGBTQIA+, espressioni cosiddette “innocenti” come “sei così gay” o “è così gay” sono ancora troppo comuni.
Secondo la Guida educativa di Stonewall sullo sfidare il linguaggio omofobico, tre quarti degli insegnanti delle scuole primarie riportano di sentire le frasi sopra menzionate nelle loro scuole. Queste espressioni possono essere difficili da sfidare per gli insegnanti e il personale scolastico poiché, la maggior parte delle volte, i ragazzi che le usano non sono consapevoli dell’impatto che tali insulti possono avere su chi li riceve. Quando il comportamento e il linguaggio omofobico non vengono sfidati, si crea una cultura dell’omofobia che può influenzare il senso di appartenenza, l’autostima e il rendimento scolastico dei giovani.
Anche il linguaggio sessista è fin troppo comune e non fa che rafforzare il nostro sistema patriarcale obsoleto. In effetti, il linguaggio omofobico si basa sul sessismo, quindi risolvere la disparità di genere e l’ostilità risolverebbe inevitabilmente l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Secondo un articolo di Patrick Strudwick, pubblicato su The Guardian, l’autore scrive «Non può essere emancipazione per le persone gay senza la liberazione universale delle donne». Sebbene il patriarcato non possa essere eliminato così facilmente, l’uso di un linguaggio inclusivo può fare molto per plasmare il mondo che ci circonda.
Marketing inclusivo
Se un uso consapevole del linguaggio può aiutare gruppi di persone a sentirsi più inclusi e sicuri, usare tale linguaggio per comunicare un prodotto o un marchio può produrre gli stessi risultati. A quanto pare, la Generazione Z e i Millennials tendono a preferire brand che sembrano condividere i loro stessi ideali e valori, inclusi la diversità e l’inclusione.
Nel 1971, Coca-Cola ha lanciato uno spot in cui persone di tutto il mondo si univano per cantare su una collina. Lo spot era semplice ma estremamente efficace, tanto che l’azienda ha ricevuto oltre 100.000 lettere di elogio.
In una cultura dominata dalla mascolinità tossica e dagli stereotipi di genere, abbracciare la complessa realtà non binaria delle cose è rinfrescante. Nike ha deciso di fare esattamente questo quando ha rilasciato uno spot che presentava donne e future mamme, ricordando a tutti che la gravidanza e il parto non dovrebbero impedire alle donne di essere atlete forti e di successo. Ironia della sorte, al momento del rilascio, Nike era sotto accusa per aver sospeso i pagamenti agli atleti di livello mondiale che sponsorizzava quando non potevano competere a causa della gravidanza. In seguito alla reazione negativa, Nike ha modificato i loro contratti in modo che gli atleti non fossero più penalizzati in tali casi.
Quello che è successo con Nike dimostra ulteriormente quanto questi valori siano importanti per i consumatori. L’inclusività non dovrebbe essere solo un gesto vuoto, deve riflettere un vero sforzo da parte delle aziende per essere il cambiamento che stanno mostrando al mondo. Abbracciare questo tipo di marketing e linguaggio, in modo che rispetti e elevi le comunità sottorappresentate, non è solo utile ma necessario per navigare in questo mercato vario.