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“OK” e le abbreviazioni nella comunicazione

Sapevi che “OK” era un’abbreviazione proprio come “LOL” o “OMG”? La comunicazione moderna spesso somiglia più agli antichi geroglifici che a qualsiasi altra forma di scrittura. Sebbene GIF, meme ed emoji siano quasi esclusivamente riservati alla comunicazione digitale, una tecnica moderna sembra aver oltrepassato i media scritti: le abbreviazioni. Sigle come “LOL” (laugh out loud), “ASAP” (as soon as possible) e “FYI” (for your information) sono diventate comuni nel linguaggio quotidiano delle persone. Ma come siamo arrivati qui, e quando è iniziata questa tendenza?

“OK”: il proto-LOL 

Contrariamente alle parole sopra elencate, “OK” ha una storia bizzarra, che precede non solo la tecnologia digitale, ma anche la musica rock, le automobili e persino la lampadina. Infatti, le iniziali “O.K.” risalgono al 23 marzo 1839. Apparendo sulle pagine del The Boston Morning Post, il significato originale di “OK” è un errore ortografico gergale dell’espressione “all correct”: “oll korrect”, da cui “O.K.”.

Secondo gli storici, negli anni ’30 dell’Ottocento, i giovani istruiti americani si divertivano a scrivere volutamente in modo errato espressioni come: “kewl” invece di “cool”, “DZ” invece di “these” e “oll wright” (o “OW”) invece di “all right”, per citarne alcune. Tuttavia, nessuno avrebbe potuto immaginare l’incredibile popolarità di “OK”. Da piccola battuta americana, è diventato un termine usato nella maggior parte delle lingue del mondo, con un significato ormai universale.

“OK” può essere considerata la prima abbreviazione nella comunicazione moderna, una che ha preso vita propria, al punto che la sua stessa ortografia è diventata una parola indipendente, il cui significato non è più l’espressione per cui era stata creata. Un caso simile può essere riscontrato con il termine molto più moderno: “LOL”.

L’ascesa delle scorciatoie digitali 

Quando internet ha permesso alle persone di comunicare tramite messaggi, è nata una nuova forma di comunicazione. Rispetto ad una lettera, la comunicazione digitale poteva arrivare immediatamente ed essere utilizzata per conversazioni brevi e informali. Questo ha portato all’uso di numeri e acronimi per semplificare e comunicare rapidamente un messaggio; per esempio, invece di scrivere “great to see you, laughing out loud”, si poteva semplicemente inviare un messaggio con “gr8 2 c u. LOL”. I numeri erano particolarmente utili nei primi giorni degli SMS, quando le tastiere erano piccole e richiedevano di scorrere le lettere prima di raggiungere quella desiderata. Oggi le tastiere sono molto più facili da usare e l’uso dei numeri in parole come “gr8” è svanito. Tuttavia, abbreviazioni come “LOL” sono diventate sempre più popolari, tanto che molti ne comprendono il significato senza sapere cosa rappresentano effettivamente.

La comunicazione sembra andare sempre più nella direzione delle abbreviazioni e degli acronimi. Nel mondo degli affari, parole come “B2B” (“business to business”), “F2F” (“face to face”) e “ROI” (“return on investment”) sono all’ordine del giorno e spesso utilizzate nelle conversazioni orali, anziché essere esclusivamente riservate al testo scritto.

La proliferazione di internet ha portato con sé una serie di nuove abbreviazioni, alcune semplici come “FR” (“for real”) e “SM” (“so much”). Altre, però, hanno un significato culturale specifico, come “YOLO” (“you only live once”), che esprime un modo di affrontare coraggiosamente una situazione, e “FOMO” (“fear of missing out”), che descrive il timore di non essere presenti a qualcosa di divertente, anche se l’attività non sembra particolarmente allettante.

Dalla generazione “OK” del 1830 alla generazione “LOL” del 2020

È curioso come le generazioni più anziane ridano del “modo strano di parlare” dei giovani, ma tutti sono stati giovani una volta, e le abbreviazioni sono state usate molto prima che internet esistesse. La comunicazione cambia, così come cambiano le persone, e la lingua non dovrebbe essere trattata come una bestia in cattività: dovrebbe essere libera di trasformarsi e sperimentare. Le pratiche commerciali moderne sembrano esserne consapevoli e, adottando le abbreviazioni nella comunicazione, le aziende riescono a connettersi meglio sia con i dipendenti che con i clienti.

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