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Olimpiadi: come la comunicazione politica gioca un ruolo nello sport 

Le Olimpiadi, che si sono appena concluse a Parigi, rappresentano uno degli eventi globali più attesi e seguiti, con milioni di spettatori sintonizzati da ogni angolo del pianeta. Tuttavia, al di là delle competizioni sportive, questo evento offre un’opportunità unica per analizzare il ruolo della comunicazione politica in un contesto così vasto e diversificato.

Dal ring allo scontro politico

Sin dalle loro origini, le Olimpiadi sono state concepite per unire popoli diversi sotto il segno del fair play. Tuttavia, proprio per la loro visibilità globale, i Giochi sono diventati un mezzo di comunicazione politica. Un esempio emblematico di questa dinamica si è verificato proprio durante le recenti Olimpiadi di Parigi 2024, quando la pugile italiana Angela Carini ha rinunciato al suo incontro contro l’algerina Imane Khelif. Quello che doveva essere una semplice competizione sportiva è stato rapidamente usato come mezzo di propaganda politica: esponenti di destra hanno diffuso affermazioni secondo cui Khelif fosse un uomo trans, trasformando l’evento in un campo di battaglia ideologico.

Questo caso dimostra chiaramente come lo sport possa essere sfruttato per promuovere specifiche narrative politiche. Nonostante i chiarimenti del Comitato Olimpico Internazionale e dei media, che hanno confermato che Khelif è donna dalla nascita, l’incidente ha messo in luce la facilità con cui lo sport può diventare un veicolo per comunicazioni politiche di parte.

La comunicazione politica nel contesto olimpico

Analizzando l’evento olimpico, emergono diversi aspetti della comunicazione politica. Un esempio emblematico è la propaganda che spesso accompagna i Giochi, come accaduto durante le Olimpiadi di Berlino del 1936, utilizzate dal regime nazista per esaltare la presunta superiorità ariana. Anche in tempi più recenti, le Olimpiadi sono state teatro di rivendicazioni politiche e proteste, come durante le Olimpiadi di Città del Messico del 1968, quando due atleti afroamericani, Tommie Smith e John Carlos, alzarono il pugno guantato di nero sul podio come simbolo di protesta contro la discriminazione razziale negli Stati Uniti.

Un altro esempio significativo è quello delle Olimpiadi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984, segnate dai rispettivi boicottaggi da parte delle nazioni occidentali e dell’Unione Sovietica, come evidenziato da un articolo di Euronews. Questi episodi dimostrano come la politica sfrutti l’universalità dello sport per raggiungere pubblici vasti e globali, veicolando messaggi che vanno ben oltre la retorica sportiva.

Il caso Marcell Jacobs

Un esempio recente di come la politica e lo sport si intrecciano è il caso di Marcell Jacobs, vincitore dell’oro olimpico nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Subito dopo il suo trionfo, si è scatenato un dibattito politico in Italia sulla questione dello “ius soli”, la legge che riguarda l’acquisizione della cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia.

Come riportato da un articolo dell’Huffington Post, Jacobs ha dichiarato di non voler essere strumentalizzato per fini politici, affermando: «Voglio essere giudicato in pista, non seguo la politica. Lo ius soli? Non mi interessa, non sono preparato, non voglio essere usato». Questo esempio mostra chiaramente come un atleta di successo possa diventare involontariamente un simbolo politico, con la sua immagine e le sue parole che vengono usate per alimentare dibattiti nazionali su temi di grande rilevanza sociale.

Un simile dibattito si è aperto durante le Olimpiadi di Parigi del 2024 riguardo la pallavolista italiana Paola Egonu. Nonostante l’atleta abbia ricevuto la cittadinanza italiana nel 2014, l’europarlamentare Vannacci ha commentato: «Continuo a dire che i tratti somatici di Egonu non rappresentano la maggioranza degli italiani»

Le vicende di Marcell Jacobs e Paola Egonu, pur avendo alcune differenze contestuali, sono simili per quanto riguarda il modo in cui entrambi gli atleti sono stati coinvolti in dibattiti politici legati al tema dell’acquisizione della cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia. Entrambi gli sportivi sono diventati, loro malgrado, simboli involontari di questioni politiche e sociali più ampie, legate alla multiculturalità e all’identità nazionale.

Le Olimpiadi come strumento di soft power

Le Olimpiadi sono un chiaro esempio di soft power, dove la comunicazione politica diventa fondamentale per costruire e rafforzare l’immagine di una nazione. Gli Stati che ospitano i Giochi investono enormi risorse non solo in infrastrutture sportive, ma anche in strategie di comunicazione che possano presentare il Paese sotto la luce più favorevole possibile.

Le Olimpiadi di Pechino 2008, come sottolineato da Euronews, furono orchestrate con un’attenzione meticolosa alla comunicazione, per mostrare al mondo un’immagine di modernità, efficienza e potenza economica. L’obiettivo della Cina era quello di consolidare la propria posizione come potenza globale, un esempio di come le Olimpiadi possano essere utilizzate come strumento di soft power per influenzare la percezione internazionale di un Paese.

Lo sport come strumento di comunicazione globale

La questione non è se la politica debba entrare nello sport, ma se sia possibile evitarlo. Gli eventi sportivi, specialmente quelli di portata internazionale come le Olimpiadi, tendono naturalmente a diventare un riflesso delle tensioni e delle dinamiche politiche del tempo. Nelle Olimpiadi di Parigi 2024, si è visto come i Giochi possano essere teatro di confronti ideologici su scala globale. Tuttavia, nonostante questa inevitabile politicizzazione, lo sport continua a offrire momenti di autentica unione e spirito sportivo. Un esempio significativo è quello delle Olimpiadi di Tokyo 2020, dove gli atleti del Qatar e dell’Italia hanno deciso di condividere la medaglia d’oro nella finale del salto in alto, simbolizzando un momento di grande sportività e collaborazione.

A pochi giorni dalla conclusione delle Olimpiadi di Parigi 2024, è ovvia una riflessione: i Giochi non sono semplicemente un evento sportivo, ma un potente mezzo di comunicazione politica di massa. Capaci di unire e dividere, le Olimpiadi riflettono le tensioni politiche del loro tempo e le superano attraverso i gesti atletici. Anche quando strumentalizzate, le Olimpiadi continuano a rappresentare un’occasione unica per mettere in comunicazione popoli e culture diverse, confermando il loro ruolo cruciale nella scena globale.

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