La pandemia ha rivoluzionato i modelli di consumo, e uno dei cambiamenti più sorprendenti è rappresentato dall’emergere dei Sephora Kids. Chi sono? Sono i tweens, ragazzi tra gli 8 e i 13 anni, che hanno abbracciato il mondo dei cosmetici in modo inaspettato dopo la pandemia. TikTok è diventato il loro terreno di gioco principale, mentre i negozi di bellezza come Sephora sono diventati i loro nuovi “ToysCenter”. Preferiscono i cosmetici ai giocattoli, spinti da un’idea di apparenza precoce.
Per loro, spalmare creme e sieri, truccarsi e condividere video sui social è diventato un passatempo tanto comune quanto giocare a calcio o a videogiochi. Questi giovani consumatori sono una forza da non sottovalutare, invadono i negozi di bellezza senza nemmeno chiedere consigli ai commessi. Sono già esperti di una skincare complessa, ispirata alla K-beauty e ricca di ingredienti come AHA, BHA, retinoidi e vitamina C. Tuttavia, questa sperimentazione fai-da-te può talvolta danneggiare la loro pelle, causando irritazioni e allergie.
Questo fenomeno, nato negli Stati Uniti, sta rapidamente diffondendosi in tutto il mondo, suscitando preoccupazione. Ma chi può fermare questa frenesia consumistica? I grandi marchi di bellezza stanno valutando l’idea di limitare la vendita di prodotti cosmetici ai minori, mentre altri stanno investendo in campagne di sensibilizzazione sull’ansia legata all’età, che spinge i giovani a cercare prodotti anti-invecchiamento già dalla più tenera età.
Le conseguenze dell’accesso precoce ai social
Non è una novità il fatto che l’accesso illimitato ad internet, ad una giovane età, possa portare allo sviluppo di comportamenti sbagliati o pericolosi. I bambini tendono a voler imitare ciò che vedono, dunque l’accesso non regolato a social come Tik Tok, il quale bombarda l’utente con video per conquistare la loro attenzione, può essere particolarmente dannoso.
Siccome la piattaforma è principalmente usata dalle persone tra i 18 e i 24 anni, i bambini tendono ad imitare il loro modo di vestirsi, comportarsi e anche la loro skin care. Questi Sephora Kids sono, per la maggior parte, stati creati da genitori che hanno deciso di consentire ai figli di utilizzare la piattaforma nonostante non abbiano l’età indicata nei termini e condizioni dell’applicazione.
Ancora peggio sono coloro che partecipano nel cosiddetto “sharenting”.
Sharenting e Sephora Kids un fenomeno da non sottovalutare
Mentre i Sephora Kids esplorano il mondo dei cosmetici, i loro genitori sono coinvolti nel condividere dettagli della vita dei propri figli sui social media. Questo è lo “sharenting”. L’abbondanza di informazioni e immagini online sui bambini ha sollevato preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei minori. Molto chiacchierato, e un misto tra legislativo e gossip, è l’ultimo caso addossato ai Ferragnez con la scelta di non mostrare per ora il volto dei figli Leone e Vittoria diventati a loro volta star dei social media.
La proposta di legge presentata in Italia cerca di affrontare questa questione, introducendo regole e limiti per lo sharenting. Propone l’obbligo per i genitori di informare l’AGCOM prima di condividere immagini dei loro figli sui social media, così come la gestione dei guadagni derivanti da queste pubblicazioni. Inoltre, riconosce il diritto dei minori di richiedere la rimozione delle proprie immagini dal web una volta raggiunta una certa età, garantendo loro un certo controllo sulla propria privacy digitale.
Riflettendo su entrambi i fenomeni dei Sephora Kids e dello sharenting, emerge un chiaro messaggio: è necessario trovare un equilibrio tra la condivisione online e la protezione della privacy, specialmente quando si tratta dei più giovani e vulnerabili della nostra società. Solo attraverso un approccio consapevole e responsabile alla tecnologia e ai social media possiamo garantire un ambiente sicuro e sano per i bambini, in cui possano crescere e svilupparsi senza essere costantemente esposti alla pressione esterna e alle aspettative irreali.