Lo storytelling è una pratica antica, ed è anche un metodo fantastico per creare un rapporto emotivo con i tuoi clienti.
Ti viene la pelle d’oca quando senti il falò crepitare minaccioso, proprio mentre l’anziano del villaggio ti sta mettendo in guardia sui pericoli della notte. Pendi dalle labbra del tuo professore mentre racconta con passione lo splendore della Cappella Sistina di Michelangelo. Ritorni all’infanzia quando leggi il nuovo menù della tua pizzeria preferita, che con i disegni e con le immagini narra in che modo tradizione e innovazione stanno per fondersi nel tuo palato.
Gli esseri umani raccontano storie dall’alba dei tempi, e un narratore capace riesce a incuriosire e a catturare la nostra attenzione. A volte le storie vengono raccontate non con le parole ma con i gesti, con i disegni, con l’arte e con tutto ciò che crea emozioni e sentimenti. Il digital storytelling è una tecnica di marketing che fa leva proprio sul nostro ancestrale bisogno di far parte di una storia. Attraverso l’uso sapiente del linguaggio e delle immagini, il tuo brand può “parlare” alle persone, metterle a proprio agio e farle sentire in sintonia col marchio. Il risultato? Clienti fidelizzati, disposti a spendere e propensi a parlare positivamente del brand ai loro amici. Scopri come trovare la strategia di storytelling adatta al tuo brand!
Dalle storie alla brand identity
Tutti gli storici e i sociologi sono concordi sull’utilità delle storie come metodo per trasmettere i valori della propria cultura, sia internamente (ai bambini e ai giovani adulti della famiglia, tribù, città o Stato) che esternamente (ai nemici e agli alleati). I miti greci, che adesso ci sembrano buffi e assurdi, erano una vera e propria “enciclopedia tribale” e pilastro della cultura ellenica. I bambini tendono a immagazzinare e trasmettere le loro esperienze sotto forma di racconto. E, da adulti, non siamo immuni al fascino di una storia che risveglia in noi delle emozioni.
Ed è proprio questo fascino che rende i racconti degli strumenti potentissimi anche nell’ambito della comunicazione. Pensa al Carosello, la famosa rassegna di sketch che raccontavano storielle per bambini ma apprezzate anche dagli adulti, e che ha fatto comprendere l’importanza del racconto nelle pubblicità televisive. Quel programma ai tempi innovativo ha continuato a fare scuola, tant’è che adesso tutte le pubblicità hanno una trama.
Il digital storytelling, quindi, è una parte fondamentale della brand identity, e guida i clienti a fidarsi dei prodotti che vendi e a comprendere il valore aggiunto che solo tu offri. Ma basta teoria: adesso ti facciamo vedere come si fa uno storytelling come si deve… e anche come farne uno terribile!
Raccontiamo il tuo brand con le parole di un poeta
La parola giusta al momento giusto: esempi di storytelling
Quando si racconta una storia, che sia un aneddoto di vita o una barzelletta, le parole devono essere pesate una a una per fare breccia in chi ascolta. Il digital storytelling deve seguire una strategia di comunicazione perfetta che faccia identificare il consumatore con i valori del tuo brand. Ovviamente, un buon storyteller deve studiare una strategia in linea con la brand identity, perché altrimenti si corre il rischio di confondere e allontanare i potenziali clienti. Un’identità ben definita gestita da comunicatori esperti, invece, fa spiccare la tua azienda tra le altre!
Un esempio di ottimo storytelling è quello portato avanti da Barilla, la famosissima marca di pasta. In questo video, ad esempio, troviamo tutti gli elementi di una storia in appena 30 secondi. La morale è chiara: grazie a Barilla, il protagonista è riuscito a condividere un momento di convivialità con la ragazza della porta accanto. La pubblicità rispecchia la brand image di Barilla, che si è sempre posta come paladina della cultura culinaria italiana e del piacere di mangiare in compagnia. Immagina se invece la stessa pubblicità fosse stata proposta da Jägermeister, compagnia che produce l’omonimo liquore tipico da feste universitarie. La dissonanza tra messaggio e brand image manderebbe in confusione il pubblico, allontanando i possibili clienti e facendo storcere il naso ai clienti già fidelizzati.
Ed è proprio quello che è successo con la tremenda pubblicità Pepsi “Live for Now” con Kendall Jenner. L’esempio lampante di tutto ciò che un brand non dovrebbe fare, in 3 minuti di video! Non solo l’azienda ha cavalcato un’ondata di proteste serissime per pubblicizzare la sua bibita gassata, ma l’intera situazione è così irreale che ha alienato completamente il suo target. Le proteste del 2016 e 2017 per “Black Lives Matter” si scagliavano contro la brutalità della polizia statunitense, questione che difficilmente si potrebbe risolvere offrendo una bibita gassata a un poliziotto antisommossa. In più, né Pepsi né Kendall Jenner hanno mai avuto una brand image tarata sulla giustizia sociale. La dissonanza tra messaggio e immagine del marchio hanno portato Pepsi a perdere credibilità e profitti… in appena 3 minuti. Forse l’obiettivo di Pepsi era fare un’ottima pubblicità a Coca Cola. In quel caso, obiettivo centrato.
L’empatia nel marketing 3.0
L’epoca che stiamo vivendo è considerata quella del “marketing 3.0” da Philip Kotler, massimo esperto di marketing e comunicazione. Al centro dello sforzo pubblicitario non c’è più il prodotto, ma il consumatore con i suoi bisogni. Questi bisogni vanno soddisfatti in maniera equa, etica ed efficace, empatizzando con il cliente e convincendolo che acquistando dalla tua azienda non ottiene un prodotto, ma un set di valori materiali e immateriali.
Proprio per questo lo storytelling è indispensabile: raccontare storie è il mezzo perfetto per “umanizzare” il brand ed esporre i punti forti del tuo marchio, della tua etica aziendale e infine del tuo prodotto. Ma il pericolo Pepsi è sempre dietro l’angolo, e per questo uno storytelling coerente ha bisogno di tantissima analisi e di professionisti rodati. Noi di Scoprinetwork abbiamo gestito il digital storytelling di decine di aziende con le nostre strategie comunicative all’avanguardia: ora l’unica storia che manca è la tua. Lasciacela raccontare!